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Ci penserò domani
Una cosa è certa, l’Italia è molto più omogenea di quanto si possa immaginare. L’unità è compiuta nel modo di pensare: all’italiana, appunto.
Da Nord a Sud e viceversa l’agente immobiliare, o l’Italiano medio, è fatto uguale.
Restìo al cambiamento, refrattario all’innovazione, ancorato al passato, diffidente verso il prossimo, e soprattutto attendista, questo è il profilo dell’agente immobiliare medio.
Tante di queste cose le ho già affrontate in precedenti post, e gli ultimi mesi mi hanno dato conferma di tutto ciò.
L’insieme di queste considerazioni è argomento di ben più ampia discussione, anche alla luce dell’andamento recente del mercato immobiliare.
Nel panorama generale si posso incontrare ancora agenti immobiliari che storcono il naso all’idea che i prezzi possano (debbano) scendere ancora, che alcuni agenti immobiliari sperano di poter superare questo periodo (che si preannuncia ancora lungo) tirando i remi in barca e vivendo alla giornata, che molti non conoscono il mercato reale su cui operano (ovvero il numero di compravendite e agenti immobiliari attivi sul proprio territorio, la capacità di acquisto reale).
Per giungere fino a qualcosa che non è accettabile dal mio punto di vista, ovvero quegli “imprenditori” che, davanti all’evidente difficoltà, tirano fuori dal cilindro affermazioni del tipo: “vedo come va quest’anno (o addirittura tutto il 2013), e poi decido cosa fare.”
In questa frase (declinata in varie formule) s’annida una scintilla di fiducia (voglio sempre essere ottimista) che potrebbe anche essere letta come remissione (ma mi tocca essere realista).
Non esiste ambito imprenditoriale dove non si intercettino i bisogni reali, non si interpretino per tempo, e non ci si attrezzi prima degli altri. Affidare al futuro, e al suo andamento il nostro destino, è subirne silenziosamente le conseguenze ed arrivare in ritardo rispetto alle aspettative dei clienti.
Certo bisogna distinguere tra chi ha chiaro che domani le cose (in termini assoluti) peggioreranno ma non hanno coraggio (o forza adeguata) per adeguarsi ad un mercato completamente diverso rispetto a quello desiderato, e tra chi chiude gli occhi davanti all’evidenza si stringe dentro le spalle e si arrende in un’impotenza che è percepibile già dalla stretta di mano. Di certo gli attendisti sono la maggioranza.
La realtà è che stiamo affrontando (spesso senza i giusti mezzi) un mercato in sofferenza, con una flessione partita nel 2006, acuitasi nel 2008, esplosa nel 2010 che ancora oggi anno 2012 viene interpretata da troppi come passeggera, e non già epocale (anche perché congiunturale e sistemica con l’economia mondiale).
Altro pensiero condiviso da molti è che questa crisi farà “pulizia” tra gli operatori del settore, indicando in molti agenti immobiliari (e nel loro alto numero e scarsa competenza) la causa delle difficoltà in cui versa il settore. Ma non saranno di certo gli agenti immobiliari a determinare la classifica di chi continuerà a svolgere questa professione e chi invece verrà spazzato via, l’unico giudice sarà il mercato, saranno i consumatori, quella massa di persone che sceglie a chi affidarsi per investire o cercare casa (perché il mercato è meno ricco ma non è scomparso) e che non può aspettare domani per decidere cosa fare.
Fortunatamente una ristretta parte di imprenditori (quelli che ragionano davvero da capitani d’impresa) sta cambiando rotta e riorganizzando tra non poche difficoltà la propria azienda, attivando dinamiche proprie di chi conosce esattamente e monitora costantemente i costi, i ricavi, i margini e con coraggio e con giusti investimenti e riorganizzazioni aziendali interpreta il mercato attuale e pianifica il futuro prossimo venturo (nei limiti delle possibilità umane), per cogliere il gradimento e l’apprezzamento dei consumatori e degli investitori che sono gli unici a poter aspettare un giorno in più per decidere, ma che quando hanno deciso scelgono chi ha anticipato almeno di un giorno le loro intenzioni.
Che poi a mio avviso, il domani arriva presto, il domani è già oggi.
twitter @andrearusso – @blogimmobiliare
Calano le Compravendite ma aumentano i Mutui
Meno affari al sud e nelle isole. Nonostante tutto aumentano i mutui proprio per l’acquisto degli immobili: più 4,9%. Ecco perchè le famiglie sono sempre più indebitate
Roma – Battuta d’arresto segnata dal mercato immobiliare: sempre meno compravendite, soprattutto al sud. Ma nonostante ciò aumentano i mutui stipulati per la casa. Motivo per cui le famiglie sono sempre più indebitate.
Compravendite Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat nel terzo trimestre 2010 le compravendite diminuiscono del -11,7% al Sud e del -16,1% nelle Isole. Mentre va meglio nel Nord-ovest (+0,7%) e nel Nord-est (+1,1%); al Centro la situazione rimane sostanzialmente stabile (-0,4%). “Questo andamento si evidenzia, in linea di massima, anche per le compravendite di unità immobiliari ad uso abitazione”, fa notare sempre l’Istituto.
Mutui Interessanti anche i dati sui mutui: nel terzo trimestre 2010 sono stati stipulati 171.689 mutui, di cui 101.973 (pari al 59,4%) con costituzione di ipoteca immobiliare. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2010 sono stati concessi 561.922 mutui contro i 535.473 stipulati nello stesso periodo del 2009, con un aumento del 4,9%.
Variazioni Per i mutui garantiti da costituzione di ipoteca immobiliare, la flessione tendenziale risulta superiore alla media italiana nelle Isole (-5,4%), nel Nord-est (-5,1%) e nel Sud (-3,5%); inferiore al Centro (-0,6%). Solamente il Nord-ovest si caratterizza per una variazione tendenziale positiva e pari al +2,3%.
Fonte: IlGiornale.it
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In Italia il mercato delle vacanze si presenta come un settore estremamente florido e le gratificazioni economiche per gli investitori che hanno deciso di accostarsi al settore immobiliare di certo non mancano, complici anche i prezzi in salita degli immobili e degli affitti di strutture destinate dalle vacanze. La difficoltà (se così si può definire) è relativa alla selezione delle zone sulle quali investire. Sono il Sud e le Isole che sembrano rappresentare le scelte migliori.
Nonostante l’estate non sia ancora vicina, è bene iniziare a volgere lo sguardo verso il mercato immobiliare connesso al turismo (marittimo soprattutto). Per prima cosa, quindi occorre scegliere in maniera selettiva la località su quale puntare. Le fonti di reddito, infatti, variano a seconda della località prescelta e, in generale, questo trend vede un rallentamento nella crescita del settore nelle zone centrali e settentrionali e una ascesa di profittabilità degli investimenti al Sud e nelle Isole italiane.
Questo accrescersi dei prezzi ha mobilitato anche le associazioni dei consumatori. Il singolo turista, infatti, si trova a far fronte ad affitti che in alcune zone sono ingiustificatamente alti. E’ il caso, ad esempio, di città quali Cefalù (dove il prezzo al mq in un anno è cresciuto del 10%, con punte del 15% nelle zone immediatamente costiere. Viceversa, a registrare una situazione alquanto spiacevole è il mercato immobiliare laziale costiero, con segni di debolezza crescenti.
Le grandi città della Liguria, della Sardegna e della Toscana, invece, non sembrano soggette a particolari modifiche. Portofino, ad esempio, continua a godere di quotazioni pari a 17.000 euro per mq. A seguire, città quali Forte dei Marmi, S.Margherita Ligure, Porto Cervo. Se, invece, siete alla ricerca di offerte più convenienti, potrete scegliere tra Ribera, Fuscaldo e Paola (dove i prezzi non raggiungono i 900 euro per mq.
Fonte: Finanza.guidaconsumatore.com