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In forma azione
Anche volendolo immaginare non esiste settore dove si possa creare una vera e duratura rendita di posizione senza poi preoccuparsi di mantenerla. Bisogna, piuttosto, investire sempre in ricerca e sviluppo, in marketing, e in conoscenza: tutte le aziende che lo fanno sono poi quelle che più crescono e che solitamente dedicano molta attenzione a ciò, e per questo riescono spesso a mantenere negli anni le loro quote di mercato (emblematico, all’inverso, è stato il caso della Kodak). Diversamente sarebbe come pensare che, dopo aver fatto sport per anni, si possa interrompere d’un tratto ogni allenamento pur mantenendosi comunque in forma.
Per questo anche nell’immobiliare non è lungimirante pensare che, grazie ad una più o meno lunga presenza sul mercato, i clienti tributeranno sempre lo stesso consenso. I fattori sono svariati, e sono proprio legati ad una visione sbagliata del tempo, che non è sempre un alleato ma tutt’altro, in quanto il mercato si evolve molto velocemente e bisogna mantenersi aggiornati (in forma), la concorrenza è sempre maggiore e le nuove tecnologie non ammettono ignoranza (informazione). Eppure è opinione ancora molto diffusa che sia sufficiente “l’anzianità di servizio” per ottenere credito dai clienti, facendo spallucce davanti ad un cambiamento sempre più importante.
Troppo spesso ancora si incontrano professionisti “attaccati alla poltrona” (sì, proprio come quelli lì) in attesa che anni di esperienza calamitino a loro parte del mercato (e l’azione?). Questo in effetti può valere per chi ha davvero parecchi anni di attività sulle spalle (diciamo dai 25-30 in poi), e avendo lavorato bene con le proprie relazioni si è creato un seguito sufficiente, ma si è di fronte a rari casi legati a professionisti che sono indubbiamente competenti, carismatici e “titolati” (proprio come campioni dello sport che diventano autorevoli opinionisti). Per la maggioranza degli operatori, però, non è possibile prescindere dall’allenamento, dalla formazione, dall’acquisizione e gestione di nuove informazioni (azione).
Viviamo anni difficili, ed è cosa nota, ma non per questo bisogna rinunciare a migliorarsi, anzi. Del resto, è proprio quando la competizione si fa dura che occorre aumentare il proprio livello di preparazione, e se hai il fiato corto e non allenato rimani indietro. Il mercato, in tal senso, è giudice e arbitro sempre più esigente, capace di scegliere e di pesare la professionalità sul campo del confronto. I clienti scelgono il proprio agente immobiliare tra tanti, e se non lo fanno è forse perché non ne hanno individuato uno che soddisfi i propri criteri o, più semplicemente, non ne hanno davvero bisogno. E se è vero come è vero che non tutti i clienti sono motivati ad affidarsi realmente ad un professionista (vuoi forse perché non devono ancora necessariamente vendere o comprare una casa), è anche vero che quelli migliori (per questo bisogna conoscere sempre le reali motivazioni) sceglieranno i professionisti migliori, perché, nella vita come nello sport, a chi vuole vincere non verrebbe mai in mente di affidarsi ad un un mediocre panchinaro o peggio ancora ad un dilettante.
Bisogna avere più rispetto di sé stessi e del cliente, e mantenersi in forma e informati per essere pronti all’azione quando chiamati in campo, per rispondere al meglio e non alla meglio.
Ricerca e Sviluppo
In questo momento di profondo cambiamento, che stiamo tutti vivendo più o meno consapevolmente, tra le cose di cui maggiormente si nota la mancanza sono ricerca e sviluppo, di certo la chiave per affrontare le sfide che un futuro sempre più prossimo ci lancia.
Ricerca e sviluppo sono fondamentali in ogni attività industriale, come lo sono in ogni ambito lavorativo. Nel campo immobiliare ricerca e sviluppo sono sempre state il motore primo di ogni operazione o transazione. Ad esempio, si ricercano aree per sviluppare progetti, si ricercano e sviluppano soluzioni adeguate alle differenti esigenze abitative o lavorative che il mercato immobiliare sottopone agli operatori nella loro quotidianità.
Oggi ricerca e sviluppo nel settore immobiliare non debbano e non possono, però, intendersi esclusivamente nell’eccezione fin qui d’uso comune, ma devono interpretarsi nel significato più ampio, quello tipico di ogni ambito produttivo e industriale: ricerca di nuovi strumenti e sviluppo degli stessi attraverso il miglioramento delle competenze. Studio, confronto, innovazione, marketing, networking, web reputation, sono alcune delle attività che si sono affiancate e commiste con la pura attività mediatoria.
In generale, stiamo assistendo a un riposizionamento di valori e di equilibri, dove fondamentale sarà trovarsi pronti per affrontare un mercato rinnovato da fattori interni ed esterni.
La sfida da vincere è quella che la categoria si trova a vivere con il crollo – o la normalizzazione – del numero di mediazioni. Se è vero che il livello del numero delle compravendite in Italia, per questo e per i prossimi anni, si attesterà, presumibilmente, tra le 450.000 e le 500.000 unità, è anche vero che di queste soltanto circa il 40% di queste oggi avviene attraverso l’intervento di uno o più mediatori, ergo esiste ancora un grande mercato. A mio parere il focus su cui si dovrebbe concentrare l’attenzione degli operatori è come intercettare quella quota enorme di mercato reale, pari a circa 300.000 compravendite, che non viene mediata da agenti immobiliari. Probabilmente sarebbe sufficiente una buona fetta di queste compravendite per ridare respiro ad un settore in sofferenza ma non finito, in quanto si continuerà sempre a comprare e vendere immobili alla luce di un mix di fattori culturali economici e sociali.
Essere capaci di recuperare parte di quella enorme percentuale di mercato che si tiene a debita distanza dai mediatori professionali – in una misura che nessun grande Paese industrializzato conosce neanche in un momento come questo di difficoltà di portata internazionale – lo si può unicamente migliorando il livello qualitativo del lavoro consulenziale che si offre, offrendo una migliore percezione e resa dei servizi offerti.
Ricerca di nuovi strumenti, dunque, e sviluppo nell’applicazione degli stessi al fine di adeguarli alla molteplicità di casi diversi che quotidianamente si affrontano. Ad ogni livello occorrono maggiori e migliori investimenti, un’apertura forte alle nuove opportunità che il mercato offre, l’attenzione concreta ai cambiamenti sociali in atto, e grosse dosi di fiducia, sono quanto viene richiesto da una situazione non temporanea, non d’emergenza, ma di evoluzione. E chi non vince la sfida dell’evoluzione e del cambiamento, non avrà grandi possibilità di resistere.
twitter @andrearussore
Leonardo Di Caprio cerca villa nel veronese
Dopo Brad Pitt anche Leonardo Di Caprio si è recato a Verona e dintorni in cerca di una villa da acquistare. Qualche settimane fa ne voleva comprare una in piazza Bra ma gli è stato spiegato – come riportato dal quotidiano L’Arena – che dimore di stampo palladiano in centro storico nella città veronese non è possibile trovarle. Per cui è stato dirottato nell’area di produzione del vino Valpolicella che già aveva stregato Brad Pitt e Angiolina Jolie. Sono salite a quattro le dimore a cui vengono associati i nomi dei due attori: villa Costanza; villa Serenella; villa Santa Sofia e villa Giona, quest’ultima con
azienda agricola inclusa. L’ultima è data come la più probabile. Tutte si trovano a San Pietro in Cariano che grazie alla vicenda si sta facendo una buona pubblicità. Come anche le aziende del posto, per esempio la Antolini Luigi & C. specializzata nelle forniture di marmo, dove sono stati fotografati alcuni vip. Di Caprio quest’estate aveva visto in incognito una delle opere prodotte da Franco Zeffirelli nell’edizione 2010 – Turandot, Aida, Butterfly, Carmen e Trovatore – e per la ricerca immobiliare si è affidato alla Alessandro Proto Consulting, già consulente della famiglia Pitt-Jolie.
Spostandosi sul lago di Como, altra zona ricercata dai vip, si avvicina l’udienza dell’11 novembre in cui verrà definito il contenzioso tra agenzia del Demanio e l’imprenditore Giorgio Fasana per villa Belinzaghi a Cernobbio, situata sul lago di Como e comprata nel 2008 da Sivlio Berlusconi che versò una caparra di 4 milioni sui 12 pattuiti. Poi l’affare sfumò perché il demanio rivendicava una quota di proprietà.
Sempre a Cernobbio, non riuscendo a vendere villa Sada il campione svedese Zlatan Ibrahimovic si è affidato all’agenzia Engel&Völkers. La dimora è circondata da un parco di 3.600 metri quadrati ed è in vendita per oltre 4 milioni di euro. L’edificio principale, realizzato a fine Ottocento, si sviluppa su tre piani per una superficie abitativa di circa 600 mq. I nuovi proprietari avranno la possibilità di costruire un’altra casa di 200 mq oppure di trasformare in abitazione l’edificio attualmente adibito a serra. La proprietà necessita di lavori di adeguamento
Autore: Enrico Bronzo
Fonte: IlSole24Ore
E se anche Zuckerberg (si, proprio l’ideatore di Facebook!) abita in affitto…