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Focus sul Mercato Immobiliare: Russia, Usa, Cina, Inghilterra, Canada

Russia, mercato immobiliare commerciale solido ma emergono le incertezze

L’accelerazione dell’inflazione e le prospettive di un aumento dei tassi di interesse gettano ombre sullo scenario. Analisi settimanale sul mercato immobiliare di Rics

Mosca

Giovedì 3 marzo è prevista la pubblicazione del rapporto PMI per il settore servizi della Russia e il CPI di febbraio il giorno successivo. A gennaio, i dati del PMI headline dei servizi hanno mostrato un calo da 56,4 a 54,2 , segnando il quinto mese consecutivo di espansione, ma a un ritmo più debole rispetto al passato. Nel frattempo l’headline CPI è accelerato ulteriormente a gennaio, dall’ 8,8% al 9,6%, il livello più elevato da ottobre 2009. Nel complesso, il quadro sull’attività è stato positivo sebbene non eccezionale – il PMI manifatturiero di gennaio è rimasto invariato a 53,5. Il tasso monetario non ha subito variazioni, rimanendo al 2,75% nel corso dell’ultimo incontro della Banca Centrale, contro le generali previsioni di rialzo.

In questo contesto di attività economica moderatamente sostenuta, ma con inflazione in aumento, il mercato immobiliare commerciale russo sembra trarre beneficio, come mostrato dal recente Studio sull’Immobiliare Commerciale Globale di Rics (GCPS). I risultati dello studio difatti indicano che le aspettative sugli affitti e sul valore capitale si sono riprese notevolmente nel quarto trimestre e al momento si attestano su livelli particolarmente elevati. Per certi versi, tale miglioramento del sentiment è guidato anche dalle condizioni favorevoli in termini di offerta all’interno del mercato immobiliare commerciale stesso, con una domanda sostenuta a fronte di una disponibilità solo moderatamente crescente.

Per il futuro, permangono le incertezze che potrebbero offuscare lo scenario del mercato immobiliare commerciale russo, vale a dire la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse e l’accelerazione dell’inflazione. E’ probabile che l’inflazione continuerà ad accelerare nel breve termine, sostenuta da un’ulteriore aumento dei prezzi di generi alimentari ed energia, ma la Banca Centrale non sembra intenzionata ad adottare una politica monetaria aggressivamente restrittiva. Pertanto, in un contesto di tassi di interesse reali in calo, il valore capitale dovrebbe trovare ulteriore supporto dagli investitori. Il quadro non è tuttavia chiaro, dato che i risultati di GCPS indicano che la domanda per l’immobiliare commerciale è ampiamente guidata dagli affittuari. Non è chiaro al momento quanto impatterà l’accelerazione dell’inflazione sul mercato degli affittuari; potrebbe anche colpire il settore retail, schiacciando il reddito reale.

Autore: Stefania Basso

Fonte: FondiOnLine.it

http://www.fondionline.it/indicecms.php?idpagina=art&idart=35298

Il mattone ha perso la bussola

Il comparto dà segni di nervosismo per la situazione della disoccupazione in Usa e per il pericolo bolla in Cina.

New York

Il mattone sembra indeciso sulla strada da prendere. L’indice Msci del settore immobiliare a livello mondiale nell’ultimo mese (fino al 25 febbraio e calcolato in euro) è rimasto praticamente immobile mentre, da inizio anno, ha guadagnato lo 0,17%.

“Il settore immobiliare sembra pagare la buona performance messa a segno nel 2010”, spiega una nota di Morningstar. Il paniere relativo al real estate l’anno scorso ha guadagnato più del 25% e sembrava essersi lasciato definitivamente alle spalle il periodo iniziato negli Stati Uniti con la crisi dei subprime. “Gli investitori, tuttavia, non sono sicuri della direzione che prenderà il comparto del mattone”, continua lo studio. “Gli Stati Uniti ad esempio, sembrano aver imboccato la strada della ripresa. Ma il tasso di disoccupazione è ancora alto e le famiglie potrebbero non avere voglia di investire nella casa. Sulla Cina, invece, continua a incombere la paura dello scoppio della bolla speculativa del mattone. E i tentativi del governo di frenare l’economia stringendo anche i rubinetti dei mutui, per il momento non stanno dando i risultati sperati”.

Chi si sta preparando a fare buoni affari sono le società immobiliari, soprattutto americane, che sono riuscite a superare la tempesta scoppiata nel 2007 e che, nel corso di questi anni, hanno comprato a prezzi di saldo gli immobili che venivano venduti da chi non ce la faceva a onorare le rate del mutuo. “Alcune, nel pieno della tempesta, sono anche riuscite a portare a casa delle acquisizioni, aumentando così il loro catalogo di offerte”, continua lo studio. “Non appena ci sarà una nuova ripresa saranno le prime ad approfittarne”.

Meno mutui in Inghilterra
Nel Vecchio continente, gli operatori del comparto continuano a guardare quello che succede nel Regno Unito che, di solito, anticipa di circa un anno le tendenze che si registreranno nel resto d’Europa. Lo scenario non è dei più rosei. Royal Bank of Scotland, Lloyds Banking Group, Hsbc e Barclays (le principali banche di Sua Maestà) insieme ai bilanci trimestrali hanno anche annunciato di aver ridotto l’ammontare dei prestiti immobiliari, soprattutto quelli dedicati agli edifici commerciali. In tutto i mutui si sono ridotti di 17 miliardi di sterline, arrivando a quasi 200 miliardi.

E, secondo alcuni osservatori, nei prossimi tre-cinque anni, l’ammontare potrebbe scendere al di sotto dei 100 miliardi. “Se questa previsione si dovesse verificare, si potrebbe assistere a un nuovo crollo dei valori immobiliari, soprattutto di quegli stabili che non sono nelle aree più glamour d’Inghilterra”, spiega uno studio presentato dalla Property Industry Alliance (una delle associazioni che raccolgono i proprietari di immobili) alla Bank of England nelle settimane scorse.

Autore: Marco Caprotti

Fonte: MorningStar.it

http://www.morningstar.it/it/markets/article.aspx?articleid=96181&categoryid=673

Mercato Immobiliare: Le Previsioni del 2011 per il Canada

 

Montreal

Sono state recen­te­mente pub­bli­cate le pre­vi­sioni per il mer­cato immo­bil­iare canadese per l’anno 2011, che preve­dono un rialzo dei prezzi nel set­tore residenziale.

 

Ci si aspetta infatti che i prezzi sali­ranno dell’1,3% negli anni 2011 e 2012, arrivando ad una media di prezzo per una casa di rispet­ti­va­mente 343.000$ e 347.900$, un rialzo a con­ferma dell’equilibrio tra domanda ed offerta che si sta ver­i­f­i­cando nel paese.

Per quello che riguarda gli acquirenti, i bassi tassi dei mutui rap­p­re­sen­tano un’opportunità unica per l’acquisto di una nuova casa, da sfruttare prima che i tassi pos­sano ripren­dere ad alzarsi.

Per quello che riguarda le transazioni, si prevede che il loro numero nel 2011 possa calare dell’1,6%, rag­giun­gendo le 439.900 unità, men­tre per il 2011 si preve­dono 453.000 transazioni.

Le nuove rego­la­men­tazioni sui mutui in Canada, inoltre, assi­cur­eranno che gli acquirenti pos­sano effet­ti­va­mente pagare anche in pre­vi­sione delle oscil­lazioni dei tassi di inter­esse, antic­i­pando alcuni acquisti che in assenza delle nuove rego­la­men­tazioni sareb­bero slit­tati più in avanti nel corso dell’anno.

Fonte: Attico.it

http://news.attico.it/2011/02/28/mercato-immobiliare-previsioni-canada/

 

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Notizie d’Agenzia Febbraio 2011/4

Casa: turismo, prezzi in calo

Secondo la Fiaip calano le transazioni, ma tiene il lusso

(ANSA) – ROMA, 24 FEB – Courmayeur e Madonna di Campiglio, Capri e Porto Cervo. Tiene il mercato immobiliare turistico nelle località vip, con prezzi stabili sopra i 10 mila euro a mq.

Crollano i prezzi delle case vacanze di nuova costruzione (-30% circa) secondo la Fiaip,la federazione degli agenti immobiliari, che ha presentato l’Osservatorio immobiliare turistico. In media si assiste nel 2010 a una contrazione dei prezzi del 5% circa a fronte di un calo delle transazioni del 14% e di un aumento dell’offerta del 10%.

Fonte: Ansa.it

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/24/visualizza_new.html_1583163345.html

Immobiliare retail, volano gli investimenti

Un balzo del 57%. A tanto ammonta la crescita degli investimenti immobiliari nel settore retail nell’ultimo trimestre 2010 a livello europeo, pari a 38,6 miliardi di euro. Lo sostiene CB Richard Ellis (CBRE), secondo la quale a spingere il mercato è stata soprattutto la forte crescita del numero di deal di grandi dimensioni. In totale sono state registrate 79 transazioni per singoli asset per un valore di oltre 100 milioni di euro nel corso del trimestre – il totale trimestrale più alto a partire dal primo trimestre del 2008.

Quasi due terzi dei grandi deal realizzati nel corso degli ultimi due anni hanno interessato i mercati di Regno Unito, Francia e Germania. Inoltre, a livello di  singole città, Londra e Parigi sono state in assoluto i mercati con il maggior numero di grandi deal e nessun altra città  ne ha concentrati più di 10 negli ultimi due anni.

Secondo Alessandro Mazzanti, Ad per CBRE Italia «in Italia nel 2010 le  grandi transazioni singole si contano sulle dita di una mano: 3 uffici (Milano e Roma) e due centri commerciali (Cagliari e Roma). Rispetto ai mercati più maturi, la liquidità sul mercato Italiano è rimasta più contenuta nel 2010 e soprattutto sono mancati i capitali cross border, pari al 28% (comunque in crescita sul 2009) che in genere contribuiscono a realizzare grandi transazioni».

Fonte: DistribuzioneModerna.info

http://distribuzionemoderna.info/content.php?id_sezione=24&id=13564&vai=1

Immobiliare: Gabetti, quadro nazionale migliora ma resta disomogeneo

MILANO (MF-DJ)–Il quadro del settore immobiliare italiano e’ in miglioramento, con tempi di compravendita in leggera contrazione e andamento dei prezzi che premia le metropoli rispetto all’hinterland.

E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Gabetti sul mercato residenziale della penisola, rilevazione che registra tuttavia un andamento disomogeneo nelle diverse aree del Paese.

Nel Sud Italia, per esempio, le contrazioni delle quotazioni restano marcate (-4,8%), mentre la tenuta nel Centro (-1,1%) e nel Nord (-2,1%) e’ migliore.

I valori nelle metropoli registrano una situazione di sostanziale stabilita’, con le compravendite che sono tornate a crescere del 4,9% nei capoluoghi, a fronte di una contrazione del 2,7% a livello nazionale.

La parte del leone, nell’ordine, la fanno Milano e Roma, dove le vendite sono rispettivamente cresciute del 19,7% e del 13,9%. Dall’altro capo della graduatoria spiccano invece Palermo (-10,6%) e Torino (-2,3%).

Il motivo, conclude la ricerca, e’ che si tratta di due citta’ con numerosi quartieri popolari ed e’ proprio questo segmento d’offerta che, durante la crisi, ha sofferto di piu’, a fronte di una sostanziale tenuta del settore del lusso.

Fonte: BorsaItaliana.it

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=829543&lang=it

 

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Notizie immobiliari da Brasile, Regno Unito e USA

Affitti uffici, Rio de Janeiro meglio di New York

Rio de Janeiro

Il costo medio annuo di un ufficio a Rio de Janeiro è infatti cresciuto di ben 47 punti percentuali nel corso del solo ultimo anno, come confermato dal broker sopra ricordato in un recente comunicato e-mail.

A livello mondiale, Rio de Janeiro ha scavalcato diverse posizioni, divenendo la quarta località più cara del mondo, rispetto alla tredicesima posizione che occupava un anno fa.

A precedere Rio de Janeiro rimangono Hong Kong, Londra e Tokyo, come ribadito dalla stessa società di consulenza immobiliare.

Fonte: VostriSoldi.it

http://mutui.vostrisoldi.it/articolo/affitti-uffici-rio-de-janeiro-meglio-di-new-york/10019/

Londra: A Gennaio Cresce la Domanda, Così Come i Prezzi

Kensington

Nonos­tante i prezzi siano in calo nel Regno Unito, nella città di Lon­dra la crescita della domanda ha por­tato ad un aumento dei prezzi degli immo­bili ad uso res­i­den­ziale, che si attesta sull’1,1% nel solo mese di gen­naio 2011.

La domanda di immo­bili arriva soprat­tutto da cit­ta­dini stranieri, soprat­tutto Europei, che vedono la città di Lon­dra come una delle migliori cap­i­tali nel mondo dove vivere e lavorare.

I quartieri in cui i prezzi si sono alzati mag­gior­mente sono quelli di Knits­bridge e Kens­ing­ton, dove i prezzi hanno subito un rialzo quasi del 6% negli ultimi tre mesi, por­tan­doli ad essere supe­ri­ori del 26,9% rispetto ai val­ori di marzo 2009, ma ancora del 3,4% infe­ri­ori rispetto ai val­ori record reg­is­trati nel marzo del 2008.

Uno dei mag­giori prob­lemi riscon­trati nel mer­cato immo­bil­iare londi­nese resta comunque la carenza nell’offerta, che porta ogni casa in ven­dita ad essere con­tesa da ben cinque aspi­ranti compratori.

Fonte: Attico.it

http://news.attico.it/2011/02/22/londra-a-gennaio-cresce-la-domanda-cosi-come-i-prezzi/

Usa, Calo Record per i Prezzi Immobiliari

Nonostante la ripresa dell’economia, il mercato immobiliare statunitense è ancora in difficoltà. A dicembre, infatti, i prezzi hanno subito il calo più pesante su base annuale degli ultimi dodici mesi…

Boston

Nonostante la ripresa dell’economia, il mercato immobiliare statunitense è ancora in difficoltà. A dicembre, infatti, i prezzi hanno subito il calo più pesante su base annuale degli ultimi dodici mesi. I dati provengono da un’indagine sottoposta a 19 economisti dall’agenzia Bloomberg, che anticipa la pubblicazione – prevista per il pomeriggio di oggi – del rapporto mensile di S&P/Case-Shiller, che misura i prezzi delle case unifamiliari nelle venti principali aree urbane del Paese.

Proprio l’indice Case-Shiller, nello scorso dicembre, sarebbe sceso del 2,4% rispetto allo stesso periodo di un anno prima: è il calo più pesante a partire dalla fine del 2009. Anche l’indice della fiducia dei consumatori – rilevato dall’istituto di ricerca privato Conference Board – questo mese è sceso a 65 dal livello di 65,5 di gennaio, che era il più alto a partire dal marzo 2008. Per darne una misura più concreta, basti considerare che lo stesso si attestava ad una media di 97 nei sei anni che precedenti alla recessione. Nell’ottobre del 2008 era stato registrato il record negativo di 38 punti.

D’altra parte, lo scenario è inequivocabile: quest’anno si prevede un maggiore ricorso delle banche ai pignoramenti (+20%), che farà calare ulteriormente i prezzi immobiliari, scoraggiando i potenziali acquirenti che ritarderanno i propri investimenti. L’effetto combinato di questa flessione e della disoccupazione al 9% continuerà a tenere a freno la spesa dei consumatori, che conta per il 70% del Pil statunitense.

Fonte: Valori.it

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=3216

 

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