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Quelli che… si fanno rivedere
Se verso la metà del primo decennio 2000, per l’esattezza dal 2003 al 2008, la corsa all’acquisto immobiliare a Manhattan assomigliava alla corsa all’oro della California di metà ottocento. Le cose cambiarono alla fine del decennio e dopo la crisi finanziaria ci fu un conseguente calo nel mercato.
Ora invece, dopo un periodo di stabilizzazione, diversi fattori fra i quali: prezzi non più in discesa ed anzi tendenti alla ripresa da oltre un anno, affitti in salita, mutui più facilmente ottenibili e tassi di interesse bassi, stanno portando i piccoli risparmiatori a riabbracciare l’idea di un investimento nella Grande Mela.
In precedenza, durante il boom, la tendenza era quella di acquistare per poi rivendere velocemente ed incassare un guadagno facile; oggi l’atteggiamento è ad investire per il medio/lungo periodo, beneficiare dalla messa a rendita dell’immobile ed eventualmente vendere in futuro.
Per questo motivo sono sempre più in voga appartamenti venduti già affittati, così gli investitori minimizzano il rischio che l’immobile rimanga sfitto ed hanno accesso ad una fonte di reddito immediatamente dopo l’investimento.
Un’ altra pratica, non molto diffusa in passato, è quella di ammobiliare gli appartamenti prima di affittarli. Generalmente a New York City le abitazioni vengono affittate senza mobilio, ma in alcune aree, soprattutto quelle tipicamente scelte da chi si stabilisce per la prima volta in città, come Midtown o Financial District, si prestano molto al fatto di poter affittare una unità ammobiliata che genera un affitto superiore ad una simile non ammobiliata.
Un altro fattore che stimola gli investitori ad entrare in gioco adesso è l’inflazione.
Sono ormai in molti ad aspettarsi il naturale effetto delle manovre monetarie del governo USA. Abbassando il costo del denaro ed “aprendo il rubinetto della liquidità” il ministero delle finanze ha creato una disponibilità di capitale che avrà necessariamente un impatto sui prezzi.
Banalmente: stampando denaro e creando più dollari in circolazione, si riduce il valore del dollaro ed il numero di dollari necessari ad acquistare un bene aumenta.
Non è facile prevedere che portata inflativa possano avere queste manovre e quando ciò si verifichi, ma il fatto che ciò avverrà mi sembra indiscutibile.
Alla luce di questa situazione gli investitori sono attratti dal bene immobiliare che è per definizione uno dei modi migliori per proteggersi dall’inflazione.
Buone notizie nel settore dei mutui commerciali.
Andrew Singer, un broker di mutui, racconta al giornale The Real Deal come, secondo la sua opinione, ci sia un volume di denaro disponibile al finanziamento ad un livello da lui non visto da diversi anni. L’azienda che il signor Singer dirige ha prodotto mutui per il rifinanziamento di sette edifici commerciali a Manhattan per un valore di $750 milioni negli ultimi nove mesi; nello stesso periodo nel 2009 questa attività per l’azienda si era letteralmente fermata a zero.
Fra l’altro anche le società assicurative si stanno muovendo con sempre maggior forza per provvedere direttamente all’erogazione od all’acquisto di mutui in maniera diretta.
Forza Spirituale
L’idea non è nuova, ma sembra attrarre sempre un po’ tutti, amanti del sacro e del profano inclusi.
Si tratta di una chiesa che è stata convertita in un condominio a 58 Strong Place, Cobble Hill, Brooklyn.
Il progetto è seguito da un’agenzia di brokeraggio immobiliare locale, che ha collaborato con il costruttore dall’inizio del progetto un paio d’anni fa. Seppure i lavori siano proceduti senza fretta durante il periodo di crisi finanziaria globale, bisogna dire che non sono mai stati interrotti ed ora che il condominio è sul mercato le vendite stanno andando bene.
Da dicembre a febbraio pare siano stati firmati 10 contratti preliminari su un totale di 23 appartamenti in vendita. Notevole per una richiesta al metro quadrato che presenta solo un piccolo sconto dalla media dei prezzi di Manhattan.
Ci si domanda solo che effetto farà peccare in una chiesa sconsacrata…
Aldyn
La nuova creatura della società di costruzione Extell si chiama Aldyn.
La costruzione, all’inizo di Riverside Boulevard all’incrocio con la 64esima, è un ibrido condomino/rental: ovvero una parte degli appartamenti, 136 per l’esattezza, è dedicata al solo affitto mentre gli altri 150 sono unità in vendita.
I prezzi variano da $755mila per bilocali di circa 65 metri quadri a $17 milioni per un appartamento di 500 metri quadri con sei camere da letto.
Il progetto fa parte della categoria lusso e si va ad inserire nell’area che fu costruita inizialmente da Trump nella zona più a nord, vicino la 70esima. Extell si sta occupando del tratto sud di questa zona ovest di Manhattan affacciantesi all’Hudson River fra la 60esima e la 70esima strada. Aldyn si inserisce in un complesso di tre edifici portati alla luce da Extell, i quali condivideranno spazi comuni e servizi di prima categoria come: una piscina di 25 metri, un campo da basket, una parete interna per esercitarsi alle scalate, campi da squash, un bowling, uno yoga studio ed un simulatore di golf.
Se vi serve qualcosa d’altro, cambiate città! 😮
Ed anche per questa volta è tutto, cari lettori.
Rimango a vostra disposizione per qualsiasi domanda riguardante il vostro prossimo investimento immobiliare nella Grande Mela; rimarrete piacevolmente sorpresi nell’imparare quanto il processo sia semplice e relativamente poco costoso se confrontato con una compravendita in Italia.
Sarò lieto di inviarvi proposte!
Un caro saluto,
Riccardo Ravasini
http://www.ravarealty.com/category/italiano
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Con grande piacere abbiamo posto qualche domanda ad un operatore del settore immobiliare di New York, che mensilmente ci aggiorna sul mercato di Manhattan
Come fa un brillante giovane italiano a sbarcare a New York e ritagliarsi una visibilità nel mercato immobiliare di Manhattan? Grazie per il brillante. A Manhattan ci arrivai per uno stage nel settore finanziario; poi fu l’amore per una ragazza a farmi rimanere. L’avventura immobiliare e’ cominciata, come per tanti altri, attraverso un’amicizia. Un mio caro amico avvocato di New York mi parlo’ di una persona che lavorava nel settore e decisi di incontrarlo. Capito il funzionamento del mercato immobiliare NYC, rimasi affascinato. Mi interessai subito per entrare a farvi parte. Dopo diversi anni devo confermare che la trasparenza e la professionalita’ degli addetti ai lavori qui sono notevoli; cio’ permette di offrire un vero servizio al cliente locale e straniero. Non penso che farei questo lavoro altrove.
Tracciando il bilancio della tua esperienza, come la definiresti fin qui?
Avendo cominciato non molto prima della crisi finanziaria ed avendo vissuto sulla mia pelle questo periodo difficile: la definirei formativa! Ma anche remunerativa e colma di soddisfazioni. Adoro prendermi la responsabilita’ delle mie azioni nella vita privata e nel business; e questo e’ il lavoro adatto. L’ultimo anno ha visto il mercato ripartire ed ora diversi investitori di tutte le taglie stanno cogliendo ottime opportunita’.
Come hai vissuto il periodo del crollo del mercato immobiliare e la conseguente crisi?
Non e’ stato facile ma ho investito sul mio futuro e adesso comincio a raccogliere i frutti.
Che segnali vedi, e cosa pensi del mercato attuale?
Il mercato si sta muovendo in maniera “trasversale” per cosi dire. Dopo la discesa terminata nell’estate del 2009, i prezzi sono rimasti stabili per mesi. Dall’ultimo trimestre 2009 a l’ultimo trimestre 2010 i prezzi sono saliti dello 0.5% in media a Manhattan; nello stesso periodo il numero medio di giorni che un immobile passa sul mercato prima di essere acquistato è passato da 204 (un record) a 124, un livello molto più in linea con l’ andamento medio degli ultimi 15 anni: 126 giorni.
Stai seguendo le vicende che coinvolgono anche le due agenzie di credito USA (Fannie e Freddie) e le idee di Obama? Cosa prevedi possa accadere?
Sto seguendo si. Sembra che l’amministrazione voglia passare ad organismi privati i ruoli di erogatore e assicuratore di mutui, svolti ora da Fannie e Freddie che sono di fatto parastatali. Penso che questa sia una direzione giusta in teoria ma in pratica bisogna vedere come sia possibile arrivare al risultato voluto.
Importante e’ che gli investitori sappiano cosa comprano sul libero mercato in termini di strumenti come subprime mortgage securities, e’ giusto che stiano alla larga se lo strumento sembra troppo esotico. Questo tipo di investimenti andati a male hanno sostanzialmente innescato la crisi.
Cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro? Suggeriresti di investire negli Stati Uniti e, perché no, proprio a New York?
Manhattan e’ il fulcro dell’economia New Yorkese, il centro di commercio piu’ importante d’America ed il luogo dove nascono le decisioni economiche che influenzano il resto del mondo.
Con pendolari provenienti anche dal New Jersey e Connecticut per la giornata lavorativa, Manhattan e’ pervasa da attivita’ 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno. Attivita’ che produce ricchezza.
E’ un’isola di dimensioni relativamente limitate, dove il costo della terra e’ alto e ritiene il suo valore quasi come fosse una pietra preziosa da salvaguardare con cura; e certamente cresce nel tempo.
Questa citta’ attrae gli interessi di tutto il mondo ed investitori nazionali ed internazionali fanno si che le fluttuazioni di prezzo di questo mercato siano inferiori a quelle di altre zone del Paese. Nel momento in cui un’economia diventa piu’ forte la stessa, intesa come i suoi investitori, si puo’ “permettere” di acquistare a New York City. Questo mercato porta quindi con se intrinsicamente una diversificazione del rischio.
Le opportunita’ di investimento vanno dai $300mila all’…infinito ovviamente. This is New York City baby.
Torneresti a vivere e a lavorare in Italia?
Vivere si, lavorare no.
per maggiori informazioni visitate il sito: http://www.ravarealty.com
Andrea Russo
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