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Tornano a salire i tassi sui mutui-casa
Tornano a salire i tassi sui finanziamenti alle famiglie, in particolare i mutui per l’acquisto della casa. Di contro resta negativo il trend dei finanziamenti alle imprese. I dati sono stati diffusi dall’Ufficio studi dell’Abi attraverso il rapporto mensile. Per la prima volta, quindi, da un anno e mezzo a questa parte, a fine 2009 i tassi sui mutui mostrano segnali di risalita.
Secondo Monthly Outlook, infatti, i tassi d’interesse sul totale dei prestiti a fine 2009 scendono in media al 3,77% (3,82% a fine novembre). Ma risalgono al 2,95% (dal 2,90% a novembre) quelli sui mutui che, come si ricorderà, nell’agosto 2008 erano al 5,95%. Si tratta, sottolinea l’Ufficio studi dell’Abi parlando di una sostanziale parità, di un dato elaborato come composizione tra tassi fissi e variabili.
A fine dicembre 2009 l’ammontare dei prestiti al settore privato del sistema bancario italiano è risultato pari a 1.550 miliardi, con un flusso netto nel corso dell’anno di nuovi prestiti per 24 miliardi. I prestiti a famiglie e società non finanziarie ammontano invece a 1.360 miliardi con una crescita tendenziale dell’1,6% (+1,7% a novembre 2009; +4,7% a fine 2008).
Tuttavia si tratta di dati in controtendenza se è vero che l’Euribor a tre mesi, vale a dire il tasso che le banche applicano tra loro per i prestiti trimestrali e che viene preso come riferimento dalle stesse banche per indicizzare i mutui, nelle ultime sei settimane ha segnato un calo costante, passando dallo 0,718% del 4 dicembre scorso allo 0,674% di oggi, cedendo in totale 0,044 punti percentuali.
Il lieve ritocco dei tassi sui mutui può trovare una ragionevole spiegazione leggendo il «capitolo sofferenze», e quindi sulla qualità del credito. Gli effetti della crisi economica, infatti, continuano a farsi sentire nei conti delle banche italiane. Sofferenze che al lordo delle svalutazioni, nel novembre scorso ammontavano a 58 miliardi, con una crescita di 1,4 miliardi rispetto a ottobre 2009 e di 18,4 miliardi rispetto a novembre 2008. «Siamo su valori contenuti – ha spiegato Gianfranco Torriero, responsabile del Centro studi Abi -. Partivamo da un valore basso».
In dicembre, infine, è cresciuta anche la raccolta, rappresentata dai depositi in conto corrente, depositi con durata prestabilita, depositi rimborsabili con preavviso e pronti contro termine, con un tasso tendenziale del 7,6% a 1.974,5 miliardi di euro.
Va sottolineato che nell’ultimo anno lo stock è aumentato di circa 161 miliardi, mentre le obbligazioni delle banche sono cresciute del 10,8% su base annua.
Autore: Antonio Risolo
Fonte: IlGiornale.it
Russia/ A Mosca e’ boom immobiliare
Nella capitale russa a dicembre il numero delle transazioni immobiliari, sono state 8498, e’ aumentato del 72% rispetto al mese precedente quando ne sono state firmate 4941. Si tratta della maggiore crescita dal dicembre 2008. Alla base delle decisioni di acquisto vi sarebbe la convinzione che sia finita la fase calante dei prezzi degli appartamenti di Mosca. Nella capitale russa il prezzo medio di un immobile si aggira attorno ai 4mila dollari per metro quadro.
Fonte: Affaritaliani.it
http://www.affaritaliani.it/ultimissime/flash.asp?ticker=190110085836
Cina, continua il boom edilizio (sperando che non scoppi la bolla)
I prezzi delle case in 70 grandi e medie (per gli standard cinesi) città della Cina sono aumentati de 7,8% su base annuale nel dicembre 2009, e dell’ 1,5% in solo un mese. Il dato è fornito dall’Ufficio di Stato delle statistiche e confermato tra il soddisfatto e il preoccupato dall’agenzia ufficiale Xinhua.
I prezzi delle nuove abitazioni crescono ancora più velocemente: «Sono aumentati del 9,1% nello scorso dicembre in rapporto allo stesso periodo del 2008, e dell’ 1,9% in un mese. I prezzi degli appartamenti “di occasione” in 70 città importanti sono in rialzo del 6,8% in un anno e dell’ 1% in rapporto al mese di novembre». La febbre del cemento non cala in Cina, non l’ha fatta scendere nemmeno la crisi economica, e il governo comunista, che l’ha sostenuta per rilanciare i consumi interni, ha ora l’incubo di una bolla immobiliare di tipo americano. Intanto però sogna la China Vanke, la più grande società immobiliare cinese, con sede a Shenzhen, che ha annunciato un aumento di vendite del 32,5% ed il raggiungimento di un giro d’affari di 9,3 miliardi di dollari nel 2009.
I metri quadri venduti dalla Vanke sono però aumentati “solo” del 19,1% rispetto al 2008, arrivando a 6,63 milioni. A dicembre la mega-immobiliare aveva incassato 5,5 miliardi di yuan, il 3% in più rispetto allo stesso periodo del 2008, per vendendo il 38,7% di superficie edificata in meno.
I segnali di una bolla finanziaria ci sono tutti, ma la Vanke vola alla borsa di Shanghai ed è in testa alla classifica delle vendite delle società immobiliari pubblicata dall’E-house China R&D Institute. Nei primi 11 mesi del 2009 gli investimenti cinesi nel settore immobiliare sono arrivati a 3.130 miliardi di yuan, con una crescita del 17,8%.
Manca addirittura la terra per costruire e la municipalità di Pechino ha deciso di fornire 6.000 ettari di terreno nel 2010 «Per lottare contro il forte aumento dei prezzi immobiliari».
Peccato che i prezzi siano schizzati alle stelle anche dopo che nel 2009 l’amministrazione della capitale cinese aveva messo a disposizione dei costruttori più di 1300 ettari e che tra il 2007 e il 2008, circa 150 particelle pubbliche siano state vendute all’asta per un valore di 96 miliardi di yuan. Gli obiettivi di crescita urbanistica di Pechino vengono tutti tranquillamente raggiunti e superati.
Lei Lei, il Capo dei Centro per la gestione del territorio di Pechino, spiega che il totale delle offerte dei terreni nel 2009 ha superato l’obiettivo della municipalità di 1.300 ettari, «Le autorità vogliono mettere sul mercato ancora più terreni nel 2010. Offriremo almeno 6.000 ettari di terreno nel 2010, dei quali 4.500 ettari per la realizzazione di edifici residenziali».
La mitica pianificazione comunista lascia il passo ad un’urbanistica “annuale”, a richiesta sollecitata dal pubblico, che fa impallidire la fantasiosa pianificazione urbanistica italiana. Eppure il municipio di Pechino assicura di far questo (tutto il mondo è paese) per tenere bassi i prezzi delle case, che salirebbero proprio per l’accaparramento dei terreni da parte dei promotori immobiliari. Peccato che gli agganci di quest’ultimi con le amministrazioni locali e nazionali siano spesso più che evidenti e spesso di tipo familiare.
Ma Lei assicura abbastanza spericolatamente che «L’aumento dell’offerta dei terreni da parte del governo non significa che il numero dei progetti immobiliari crescerà». La realtà è che nel settembre 2009 i prezzi dei nuovi alloggi avevano raggiunto già una media di 18 000 yuan al m2 (2.635 dollari) all’interno della “quarta periferica” di Pechino. Un prezzo proibitivo per un cinese medio, ma le famiglie si stanno indebitando perché la tradizione cinese prevede che i genitori debbano regalare la casa ai loro figli quando si sposano. L’aumento dei prezzi sta facendo svanire i risparmi di intere e parsimoniose vite che non basteranno: le formichine maoiste stanno adottando forzatamente un livello di indebitamento che si pensava appartenesse alle cicale imperialiste americane.
La stessa Xinhua lanciava qualche settimana fa l’allarme: «Il prezzo elevato dell’immobiliare in Cina è insopportabile non solo per i colletti blu, ma anche per i colletti bianchi che, benché abbiano entrate superiori, si ritrovano bloccati davanti alla situazione immobiliare del Paese».
Secondo i risultati di una recente inchiesta, in Cina il 62,27% dei giovani ha bisogno del sostegno finanziario dei loro parenti per pagare la prima rata di acquisto della casa e il 10,67% di questi dipendono totalmente dai genitori. Come accade spesso, anche nella Cina comunista e turbo-capitalista, il tasso di crescita degli stipendi è molto inferiore al balzo verso l’alto del prezzo delle abitazioni. Fortunatamente sta nascendo un mercato degli affitti, ma anche i compagni cinesi sognano la casa di proprietà… e la bolla si gonfia insieme all’urbanizzazione galoppante… Sembra un (brutto) film già visto su altri schermi euro-americani, una replica che evidentemente è funzionale agli alti e bassi di un’economia schizofrenica diventata regola planetaria.
Autore: Umberto Mazzantini
Fonte: Greenreport.it
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=2844