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Scegliere la casa che piace… agli altri! – Matteo Rizzo

Quando si decide di comprare casa, ciò che orienta le persone nell’acquisto sono le caratteristiche dell’immobile che più si adattano alle proprie esigenze. Questo è estremamente sbagliato: seguendo esclusivamente questo principio si possono commettere degli errori fatali, che in futuro possono far perdere ai proprietari decine di migliaia di euro.

Secondo la mia esperienza di agente immobiliare, una persona o una famiglia nel 99% dei casi sceglie un’abitazione secondo i propri gusti personali e le proprie necessità, ignorando completamente ciò che il mercato immobiliare richiede maggiormente.

E questo è l’errore più grande che si possa commettere quando si compra casa.

Anche se si tratta della propria casa, quella in cui si desidera vivere con stabilità, si parla comunque di un investimento che deve essere sicuro. Se infatti in futuro per qualsiasi motivo (trasferimento sede di lavoro, problemi finanziari, famiglia allargata, esigenze cambiate, ecc.) fosse necessaria la vendita dell’immobile, sarebbe sicuramente più facile rivendere un’abitazione richiesta dal mercato e quindi al giusto prezzo.

Chiunque voglia fare un acquisto immobiliare dovrebbe dedicare il 10% del proprio tempo all’individuazione delle proprie esigenze, e il restante 90% a informarsi su cosa il mercato richieda maggiormente nella città o nella zona in cui desidera comprare casa.

La cosa fondamentale da fare è quindi immagazzinare il più possibile informazioni prima di acquistare casa, raccogliendo notizie su quale tipologia di immobili sia la più richiesta in questi ultimi anni nella città. Le fonti cui attingere sono molteplici: basta parlare con agenti immobiliari, geometri o architetti, ma anche leggere i quotidiani locali o le riviste di settore che contengono articoli dettagliati su ricerche di mercato e quant’altro.

Spesso capita di vedere una casa e innamorarsene subito, ma il fatto che una casa piaccia e soddisfi le proprie necessità non può e non deve essere l’unico parametro di riferimento per l’acquisto.

La scelta della tipologia dell’immobile è quindi il primo, fondamentale passo per comprare o investire nel modo giusto nell’acquisto di un’abitazione.

Matteo Rizzo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Record di Case Invendute. Sono oltre 120mila

Per la crisi. La commissione ambiente della Camera definisce “preoccupante” la situazione del mercato immobiliare italiano. Molte le cause.

Mai così tante case invendute. Centoventimila per l’esattezza in tutta Italia. Uno specchio della crisi che si traduce nell’allarme lanciato ieri dalla Commissione ambiente della Camera nel documento conclusivo dell’Indagine conoscitiva sul mercato immobiliare.

Tre anni di flessione

Dal calo delle compravendite alla diminuzione dell’erogazione di mutui immobiliari, dal peggioramento della qualità del credito erogato al “preoccupante fenomeno di mancato accesso all’abitazione”, fino all’aggravarsi del fenomeno degli sfratti sono tanti gli indicatori che, secondo la commissione, fanno pensare che il mercato immobiliare, a differenza di altri settori industriali, non è ancora arrivato al fondo della sua crisi. Tre anni di mercato in flessione hanno prodotto il dato allarmante dello stock di alloggi “giacenti” e il peggio non sembra ancora arrivato

Mercato bloccato

Riguardo al settore delle costruzioni, la Commissione evidenzia inoltre che “l’annosa questione dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione ha assunto in questa fase di crisi economica una ormai inaccettabile caratteristica di sistematicità, che sottrae liquidità alle imprese”. Cosa, quest’ultima, “che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle aziende”. E c’è poi da fare i conti con la particolare struttura del mercato immobiliare italiano, dove il 72% delle abitazioni sono case di proprietà, cosa che complica la ricerca per chi ha invece bisogno di una casa in affitto, dalle giovani coppie a chi deve spostarsi per lavoro, dagli studenti fuori sede, agli anziani ai single e gli immigrati. Il tutto aggravato da una “inaccettabile” quota di affitti ‘in nero’, che supera le 500 mila abitazioni.

Fonte: City.it

http://city.corriere.it/2011/01/26/milano/documenti/record-case-invendute-sono-oltre-120mila-301040952043.shtml

 

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Prelazione in caso di Vendita a blocco – parere Cassazione

Corte di cassazione – Sezione III civile – Sentenza 16 dicembre 2010 n. 25448

L’intenzione del compratore di accorpare i beni acquistati può far cadere la prelazione del conduttore in caso di vendita in blocco di immobili. Lo ha affermato la Cassazione con la sentenza 25448/2010 secondo la quale in tema di locazione di immobili urbani e di diritto di prelazione del conduttore di immobili non adibiti a abitazione perché si abbia vendita in blocco, con esclusione, di conseguenza del diritto di prelazione, del conduttore, la vendita non deve necessariamente riguardare un intero edificio (da cielo a terra) nel quale è compreso quello locato, ma è sufficiente che i vari beni ceduti, tra loro confinanti, costituiscano un unicum e siano venduti (o promessi in vendita) non come una pluralità di immobili, casualmente appartenenti a un unico proprietario e ceduti (o cedendi) allo stesso acquirente, ma come un complesso unitario e costituente un quid diverso dalla mera somma delle singole unità immobiliari. A tale riguardo l’indagine del giudice del merito non deve essere condotta solo sulla base della situazione oggettiva, di fatto, esistente al momento della vendita (o della denuntiatio), non potendo il giudice del merito prescindere da quello che è il tenore del contratto di vendita (o del preliminare), nonché – in considerazione delle circostanze del caso concreto – di altri eventuali contratti che, seppure intervenuti tra soggetti parzialmente diversi possano dirsi collegati al primo e sulla base di questi apprezzare se le parti hanno, o meno, considerato la vendita dei vari cespiti come la vendita di un complesso unitario non frazionabile. Al detto fine, deve essere adeguatamente apprezzata, altresì la intenzione dell’acquirente (o dei promittente acquirente) di utilizzare tutti i beni acquistati per una utilizzazione che ne imponga l’accorpamento. E’ salva comunque, la facoltà per il conduttore dedurre e dimostrare, con ogni mezzo, la natura fittizia dell’operazione.

Autore: Avvocato Massimo Chimenti

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