Life is One, Play Hard
Sono tornato in America da turista diverse volte dopo il 2002. Sentivo il bisogno di conoscere, vedere e capire.
L’esperienza maturata durante i 7 mesi che ho trascorso a Los Angeles è stata molta, ma nello stesso tempo così poca da sentire irrefrenabilmente il bisogno di avvicinarmi ancora, quanto più possibile a quella realtà. Era il 2010, e il mese di Luglio era particolarmente caldo. Mi trovavo a Milano ad un convegno formativo. Durante il pranzo, un imprenditore vicentino mi racconta di aver sentito parlare di una situazione particolarmente favorevole per gli investimenti immobiliari negli Stati Uniti. Inizia a buttare numeri sul tavolo che solo a sentirli, mi veniva da ridere. Sorridere, è meglio dire. Si perché una persona che ride in una simile situazione, dà per scontato che ciò che sente sia inverosimile, prendendo come unica verità il proprio modello del mondo o, quanto meno, ciò che rientra nelle proprie esperienze vissute. Il mio sorridere in effetti era una via di mezzo tra lo stupore assoluto e la curiosità di voler sapere tutto su quell’argomento a costo di scoprire che potesse essere tutto assolutamente falso. Onestamente un’ombra di incredulità c’era. Ho ascoltato il suo racconto con molto interesse ma inevitabilmente, anche con molto distacco. Si parlava purtroppo per sentito dire, pochi riferimenti a fatti concreti. Pur essendo il racconto intriso di input molto interessanti, il mio interlocutore non aveva la minima esperienza diretta, tanto che ogni domanda che mi saltava in mente (è stata una tempesta….) non avrebbe potuto trovare risposta.
Ho ripensato tutto il pomeriggio al suo racconto e se nella sala convegni avessi avuto una minima connessione wii-fi accettabile, credo che avrei passato il pomeriggio a documentarmi.
Dopo il mio primo viaggio negli Stati Uniti e l’esperienza lavorativa da EOM, avevo iniziato a sentire un irrefrenabile voglia di tornare in America e cercare la mia strada in quella nazione carica di opportunità straordinarie. Alla fine del corso, poco prima della mezzanotte, anziché rientrare in camera decisi di prendere una boccata d’aria nel piazzale antistante l’Hotel.
La serata era afosissima e il corso ci aveva stancati molto. Quasi casualmente, mi fermai a parlare con una persona che avevo conosciuto tempo prima ad un altro corso formativo. Mai avrei potuto immaginare mi potesse dare il “LA” per mia straordinaria avventura. Per una magica coincidenza quella persona iniziò a parlarmi degli USA e, incredibilmente, dello stesso preciso tema di cui mi ero inebriato a pranzo. In pochi minuti riuscì a rispondere a tutte le domande che avevo dovuto soffocare poche ore prima, riuscì a darmi tutti i riferimenti mancanti del racconto: fu una conversazione illuminante! Dal giorno dopo cominciai subito ad approfondire. Iniziai a cercare riferimenti concreti, esperienze di successo assimilabili e sopratutto, replicabili. Sentivo che si stava aprendo una porta straordinaria verso quella che, in quel momento, era un’incredibile opportunità.
Sinceramente ci sarebbero potute essere 1000 ragioni per decidere di non realizzare un sogno. La paura avrebbe potuto prendere decisamente il sopravvento e mi sarei potuto raccontare infinite storie trovando altrettante scuse per non fare ciò che avrei voluto assolutamente fare.Mi venne in mente un frase che mi disse Eric l’ultimo giorno di internship prima di lasciare il suo studio di Los Angeles. LIFE IS ONE, PLAY HARD.
Dopo 10 giorni ero su un volo per Tampa in Florida pronto per il mio primo corso di Real Estate.
arch. Simone Galiberti
7 Dreams Real Estate Share Holder
Pubblicato il 28 novembre 2013, in Sold in the USA con tag businnes, EOM, Florida, foreclosure, immobili, mercato immobiliare, Miami, mutui, Real Estate, Stati Uniti, subprime, USA. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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