Le contaminazioni dell’Agente Immobiliare moderno: i Network – Simone Rossi

Le contaminazioni dell'agente immobiliare moderno: i NetworkComincia l’inverno, cominciano i malanni e le contaminazioni, ma a noi che prendiamo l’echinacea questo non interessa.

La contaminazione di cui parlo e’ perlopiù un atteggiamento, una mentalità che deve essere accesa come una corrente elettrica, per alimentare tutte le altre iniziative volte alla ricerca delle opportunità.

Non e’ vero che durante la crisi tutti guadagnano meno, Microsoft e FeDEx, anch’esse create nel bel mezzo di una crisi. Cito per dovere di patria Diasorin (azienda biomedicale) che ha investito notevolmente in questi anni, raccogliendo quote di mercato importanti.

Warren Buffet nel 2008 con il panico generale sui mercati compro’ a mani basse azioni; l’indice americano Sp500 passo dalla quotazione di 666 a 1800 segnando un +300%.

Probabilmente la curiosità nelle analisi economiche di Buffet, sommato a  una rete di relazioni importanti , lo aveva proiettato su un’analisi di rischio/opportunità favorevole.

Difatti poco dopo, la Fed ha inondato di liquidità i mercati e le borse sono esplose negli anni successivi.

Una rete di relazioni importanti viene denominato NETWORK.

Con network si definisce una serie di individui, con un legame collettivo, una filosofia orientata alla condivisione, preferibilmente concentrati in un settore, legati fortemente da un principio definito di reciprocità, che si frequentano personalmente con una certa cadenza temporale e si confrontano giornalmente su un gruppo magari LinkedIn.

Il mio network e’ formato da agenzie immobiliari che hanno sede a Milano, Bologna, Genova e Vicenza.

Sono profondamente convinto che il potere di un individuo aumenta esponenenzialmente grazie a un Network.

I vantaggi sono molteplici:

 –       Il consiglio su un libro da leggere su un tema

–        Scrematura delle informazioni per non andare in overbooking

–        Fallimenti o vittorie

–        Strategie operative vincenti o meno

–        Specializzazione di ogni membro su un segmento specifico

–        Informazione che derivano da più fonti personali

–        Autolivellamento della qualità dei partecipanti

–        Flessibilità (non ci sono vincoli temporali)

–        Analisi dei rischi di un progetto

Il bello o il brutto di un  network chiuso è che è molto selettivo, riesci a farne parte solo se hai qualcosa da dire in maniera costante e continuativa, di importante e innovativo su un determinato tema o segmento operativo, da qui la voglia o il dovere di doversi costantemente aggiornare e porsi la domanda:

“Cosa posso fare di diverso? Come posso migliorarmi?

Sono molto convinto che :

Obiettivi straordinari = Curiosità + Creatività + NETWORK

Nei giorni scorsi ho partecipato al DigitalRe che ha avuto a Bologna la sua seconda tappa, gran bell’evento, si percepiva il fervore di innovazione che c’era sotto, di gente che giornalmente si pone le domande che ho citato sopra..

Ripubblico un apprezzato tweet inviato durante l’evento:

“tante (non tutte) royalty pagate alle Reti sono gabelle inutili.  Il web fa sentire un network una singola agenzia.”

Il modello delle Reti Immobiliari vecchio stile, a differenza di un Network, lo reputo profondamente inadeguato ai tempi odierni;

–        Contratti lunghi che lo rendono poco flessibile

–        Non garantisce un miglioramento del livello degli aderenti

–        Costi non sempre giustificati

Non mi preoccupa la persona che commette degli errori strategici di valutazione (sfido chi e’ cosi bravo da non farne), mi preoccupa la persona che capito l’errore, si trova intrappolata nell’errore e non può tornare indietro.

Ragionando sempre da start up, focalizzandomi  sempre sul rischio massimo, sempre nella peggiore dell’ipotesi, concludo chiedendomi:

E’ più l’opportunità o il rischio ?

Se fossi  anche tu contaminato come me da un Network avresti un team di persone con esperienze notevoli sul campo, che ti offrirebbero la loro idea, fatta magari di esperienze personali passate.

Questo e’ solo un esempio dei vantaggi di far parte di un Network.

Il caso favorisce la mente connessa. (Steve Johnson) 

Vi lascio a un suo straordinario video, che mi riguardo giornalmente, e’ incredibile perché ogni giorno mi da uno spunto.

Simone RossiSimone Rossi
rossi@immobilieinvestimenti.it
www.immobilieinvestimenti.it

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Pubblicato il 26 novembre 2013, in guest post con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 8 commenti.

  1. Ciao simone ho già un mio network o un gruppo o come si vuole chiamare… creato con tanti anni di lavoro; con alcuni di loro con il tempo ho instaurato anche un bel rapporto di amicizia!
    Vorrei CAPIRE meglio con il termine ‘STARTUP’ o vivere come una STARTUP cosa intendi?

    • Buongiorno Federico,

      personalmente vivere e ragionare da Startup lo ritengo un obbligo nel 2013.
      In sintesi ogni tua scelta e ogni tua decisione ogni tua strategia deve prevedere:

      -un piano B gia pronto nel caso andasse male il piano A

      -determinare da subito la possibilità di terminare il Piano A senza problemi contrattuali e/o oneri economici importanti

      -ogni scelta deve prevedere un rapporto opportunità/rischio favorevole

      -prevedere un piano di investimento per una particolare iniziativa scaglionato per step.

      Ciao!

  2. Alessandro Valgimigli

    A prescindere dai network, credo che in futuro ci sarà sempre maggiore spazio per i professionisti immobiliari con forti specializzazioni.

  3. Bella l’idea di condividere un tavolo di pensiero con persone stimate,anche se penso sia opportuno preventivamente conoscersi.
    Confrontarsi con qualcuno che abbia già commesso un certo tipo di errore e’ VINCENTE se si pensa al tempo risparmiato e al danaro buttato

    Simone ti ringrazio delle riflessioni che vengono dal tuo articolo

    • Ciao Fabrizio,
      OK ottimo spunto,
      É fisiologico che ci sia un periodo di incubazione , dove ci si frequenta ci si conosce, magari ci si incontra su un gruppo aperto su linkedin e si capisce piano piano se la persona puo dare un vantaggio competitivo al network di cui uno fa parte…

  4. La crisi ‘aguzza’ la mente..

    Anche io come te penso che oggi si debba investire tanto in ‘formazione’ e prendersi il giusto tempo per lo studio di modelli nuovi, facciamo 3 appuntamenti in meno, ma fermiamoci a pensare.

    Sono d’accordo inoltre che c’e’ tanto da crescere, se guardo gli altri settori…siamo indietro anni luce, in termini di comunicazione, di marketing, ecc. ecc.

    La crisi e’ un processo evolutivo obbligatorio, non tutti i mali vengono per nuocere, e si e’ in un Network a fare brainstorming il processo come ci insegna il Video si puo’ accorciare ed legare alle idee di altri.

  5. Simone,
    non è la prima crisi che passo. Quella esplosa nel ’92 l’ho vissuta e oggi la si prende in paragone con quella odierna.
    Onestamente non la ricordo in modo traumatico, anzi. Mi ricordo che sogghignavo perchè ero nel pieno della mia crescita professionale e vedevo annaspare coloro che mi facevano concorrenza; la più subdola concorrenza basata sull’inganno del cliente.
    Come uno tzunami tutte quelle cose vennero spazzate via.
    Ebbi anche il coraggio di investire nella mia professione e si sa che gli affari si fanno quando ci sono le flessioni. Parlo di investimenti sulla professione, sulla formazione, sul metodo di lavoro. Non investimenti speculativi nel mattone.
    Quindi chi oggi resiste, chi affronta a testa alta le situazioni, chi stringe i denti, dopo la tempesta si troverà più solo di prima ma in buona compagnia.
    Cosa c’è di nuovo in questa crisi? Che ci sono dei virtuosi che stanno facendo rete; condivisione di esperienze; se la stanno raccontando.
    Erano anni che aspettavo una situazione del genere; che cercavo il canale di condivisione. Adesso il canale c’è e le teste si stanno trovando tra loro.
    Le persone che condividono devono dare per ricevere; esperienze di successo, ma anche fallimenti.
    Si… anche i fallimenti. Perchè chi c’è meglio di uno che ha vissuto una esperienza così tragica che possa spiegare come ci si cade e quali sono le prevenzioni da applicare?

    In coda al digitalRE si è anche parlato del rischi della condivisione; del rischio di arricchire un collega che mi farà concorrenza.
    Non esiste il problema. Manca ancora troppo la qualità; riuscire a trovarla con la condivisione e renderla percepibile ai nostri clienti interlocutori, creando un modello univoco identificabile, non può che creare un circolo virtuoso positivo.

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