Giggi Benedetti

Giggi Benedetti

La chiacchierata di oggi ho avuto piacere di farla con Luigi Giggi Benedetti, che da qualche anno opera a Bologna nel settore immobiliare, ma con un approccio diverso dal solito. Ecco cosa mi ha raccontato…

D. Giggi, ti definisci flat hunter, attività che hai voluto spiegarci meglio attraverso un tuo post su questo blog. La prima domanda che viene da farti è: da agente immobiliare a flat hunter, il passo è poi così breve?
Giggi. Vestire i panni del consulente di parte e seguire gli interessi soltanto di una parte per me e stato naturale. Più che facile. Ben diversa la questione legata alla metodologia operativa, da questo punto di vista le cose, soprattutto i primi anni, sono state molto complicate. Capire come intercettare i compratori, cosa dirgli, riconoscere quelli seri dai perditempo, contrattualizzarli nella maniera giusta, procedurizzare la ricerca della casa, il timing, un vero rompicapo, per fortuna che mi diverto a farlo.
Per darti un’idea i primi tempi per contrattualizzare un cliente mediamente ci mettevo sei incontri, adesso ne basta uno, al massimo due.

D. Qual e l’approccio migliore per dedicarsi all’attività di “cacciatore di immobili”?
Giggi. Predisporsi all’ascolto, tutto qua, fine dei segreti.

D. In cosa ti agevola il “lavoro su committenza”? Che resistenze trovi dal mercato, e come le gestisci?
Giggi. Come sempre accade nella vita ci sono pro e contro, e spesso sono le due facce della stessa medaglia. Il nostro maggior vantaggio è che questo tipo di professionalità sul mercato immobiliare italiano praticamente non esiste, non c’e concorrenza. Flat Hunter VERI ce ne sono molti pochi e contemporaneamente ci sono diverse categorie di clienti che, per più di un motivo, hanno un disperato bisogno di questo tipo di servizio.
La difficoltà maggiore che incontriamo è quella culturale, si tratta di una novità, di un cambiamento radicale rispetto alla tradizione dell’intermediazione immobiliare e chiaramente questo crea pregiudizi e resistenze.

D. La richiesta più strana che hai ricevuto fino ad oggi qual è stata?
Giggi. Ho l’imbarazzo della scelta, forse quando mi hanno chiesto di trovare una casa dove fosse possibile avere in tutte le stanza due vie d’accesso e quindi di fuga. Può sembrare privo di senso ma in realtà si crea una circolarità che permette a chi vive nella casa di incontrarsi, sfuggirsi, nascondersi e ritrovarsi, la casa ne guadagna in allegria.

D. Sta per partire il tuo progetto di divulgazione del flat hunting tra gli agenti immobiliari, pensi di trovare ampio riscontro?
Giggi. Beh partiamo dal fatto che l’home hunter ha un grosso senso nelle zone dove si concentra la domanda di seconde case ed in quelle città che per dimensioni di territorio ed abitanti rendono particolarmente difficile la ricerca della casa da comprare e frastagliata l’offerta. Parliamo di una quindicina di punti strategici in tutto, mica di più. Detto ciò, se e vero, come e vero, che questo mestiere per chi e già agente immobiliare ha moltissimi punti di contatto, altrettanto si può dire che siamo l’unica struttura in Italia con questo tipo di esperienza, che si occupa solo di questo e che ha lanciato un programma di formazione sull’argomento.
Chi vivrà vedrà.

Giggi è anche blogger molto attivo, e vi consigliamo di dare un’occhiata ai suoi post 

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Pubblicato il 20 luglio 2013, in interviste con tag , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Ho sentito il programma alla radio sull’argomento.
    Ci sono molti ma e se che mi vengono in mente.
    Sicuramente l’agente immobiliare in Italia è malvisto dai più. E a mio avviso (sono un agente) a ragione.
    La maggior parte degli agenti non fa l’interesse delle parti contraenti ma il proprio in loro danno.
    E ne ho esperienza persino personale, avendo usufruito del servizio di colleghi per la vendita di beni di mia proprietà.
    Perciò il cambiamento è necessario e auspicabile.
    Mi riservo di approfondire l’argomento, anche se a braccio e al momento posso dire che per prima cosa dovrebbero nascere seri MLS in Italia.
    Solo in particolari casi dovrebbe occorrere un hunter come accade proprio in America, dove le due figure sono distinte ma convivono.
    E gli agenti intermediano il 100% degli immobili.
    Il fatto che gli agenti qui lavorino male, cerchino di vendere a tutti i costi immobili che non rispondono ai requisiti richiesti, non facciano serie misurazioni delle superfici, non controllino documenti urbanistici etc etc non è un motivo per creare una diversa figura.
    Dovrebbe essere eliminato chi lavora male.

  1. Pingback: A tu per tu con una Property Finder. Intervista a Veronica Pirrone | Blog Immobiliare

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