Immobili, Ocse: Costi di Compravendita troppo alti in Italia
L’Italia è al quinto posto nella classifica dell’Ocse per i costi collegati alla compravendita di immobili. Tra tasse, imposte di registro, spese notarili e tariffe delle agenzie immobiliari se ne va infatti il 12% del valore della proprietà.
Tra i 33 paesi industrializzati presi in considerazione dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ci superano solo Belgio, Francia, Grecia e Austria. Agli ultimi posti si collocano invece Danimarca e Islanda.
Le ripercussioni sul mercato del lavoro
Il costo eccessivo delle transazioni immobiliari determina, secondo l’Organizzazione, una riduzione della mobilità residenziale e del lavoro. Un effetto non secondario, perché può avere ripercussioni anche sulla ripresa dell’occupazione. In particolare, l’Ocse specifica che “le politiche governative possono contribuire a ridurre i costi, attraverso una ristrutturazione del sistema tributario e/o annullando le barriere di entrata nelle professioni coinvolte nel settore, in particolare dove i costi sono eccessivamente elevati e probabilmente riducono la mobilità residenziale, come in Belgio, Francia, Grecia e Italia”.
Le contromosse da mettere in atto
Le proposte per aumentare la mobilità passano per l’allentamento delle normative sugli affitti, che in Italia risultano particolarmente protettive per gli inquilini. Nella classifica dell’Organizzazione il nostro Paese figura infatti al settimo posto fra i 33 presi in considerazione.
Gli spostamenti potrebbero inoltre essere favoriti da un ampliamento dell’accesso al credito, evitando però “un alto livello di indebitamento”. Secondo l’analisi, il credito facile (nel 2007 negli Stati Uniti il 22% degli acquirenti non versava un acconto) e l’inadeguatezza dei controlli bancari ha determinato dapprima il boom immobiliare, che si è accompagnato ad una alta volatilità dei valori (aumentati di oltre il 90% in alcuni Paesi), e quindi la crisi sub-prime.
Infine, l’Ocse suggerisce di tassare la prima casa come tutti gli altri investimenti e di evitare tasse che favoriscono la proprietà dell’abitazione principale, perché rischiano di incentivare gli investimenti nel residenziale a scapito di altri investimenti più produttivi, rallentando la crescita.
Autore: Jennifer Zocchi
Fonte: SimplyBiz
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Pubblicato il 31 gennaio 2011, in Immobiliare con tag agenzie immobiliari, Austria, Belgio, compravendita, costi, credito, Danimarca, Francia, Grecia, immobili, Immobiliare, imposte di registro, Islanda, Italia, Ocse, proprietà, residenziale, spese notarili, Stati Uniti, tariffe, tasse, transazioni. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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