L’oro del Professor Tremonti
In questi giorni di dibattito politico spento dal punto di vista dei contenuti si è animata una polemica spenta dal punto di vista della logica. Il ragionamento sarebbe pressappoco così. Abbiamo un debito pubblico enorme, ed il peso di questo debito ci impedisce di attuare una manovra di politica economica incisiva sia dal punto di vista della spesa, maggiori investimenti, che delle entrate, diminuzione della tassazione.
A fronte di questo debito pubblico abbiamo un patrimonio pubblico enorme, una vera miniera d’oro, probabilmente, più grande del debito pubblico stesso. La conclusione del sillogismo è immediata: si ceda il patrimonio pubblico, si ripaghi il debito e si riparta con investimenti e tagli. La conclusione è attraente. Purtroppo ci sono buone possibilità che sia errata. Ogni ragionamento economico che oltre all’offerta non contempli anche la domanda è infatti destinato a fallire. La parte più immediatamente liquidabile di questo patrimonio sono indubbiamente gli immobili. Si tratta di immobili di varie caratteristiche e qualità, sparsi in tutta Italia dalle caserme nei centri storici ai fari sugli scogli.
Il problema è che appunto sono immobili. Il mercato immobiliare è fermo, ed i prezzi dopo brusche discese si sono ora solo un po stabilizzati. Cosa succederebbe se all’improvviso arrivasse sul mercato anche un decimo di questo patrimonio? possibile, direi certo che il risultato sarebbe quello di far ripartire una discesa dei prezzi verso valori finora inimmaginabili: le conseguenze potrebbero essere disastrose. I tassi di insolvenza in Italia sono ancora bassi, ma tuttavia molto superiori al normale. Abbassare il valore degli immobili diminuirebbe ulteriormente il valore degli immobili a garanzia. Ricordiamoci che in Italia gli immobili in garanzia non hanno a che fare solo con il credito immobiliare, ma anche, e sopratutto, con il credito industriale. Per i piccoli imprenditori è prassi comune garantire i prestiti alla ditta con la villa in Sardegna o a l’appartamento a Camogli.
Prima conseguenza: una ulteriore discesa dei valori immobiliari porterebbe ad una ulteriore contrazione del credito. Andiamo avanti. Le imprese di costruzione sono in crisi, spesso con migliaia di unità invendute.
Seconda conseguenza: l’arrivo di altre sul mercato porterebbe ad una tale perdita in conto capitale da essere difficilmente controbilanciabile con il reddito derivante dalle ristrutturazioni, scatenando un’ondata di fallimenti. Infine, ovviamente, la discesa dei prezzi sarebbe controproducente anche per il venditore.
Il valore realizzato potrebbe essere inferiore, e non di poco al pianificato. Questo renderebbe qualsiasi spesa basata su queste entrate incerta, ed in fin dei conti impossibile.
E visto che la spesa dovrebbe essere fatta nell’arco dei prossimi sei mesi, la crisi c’è adesso, mentre la valorizzazione richiederebbe minimo un anno, il rischio è che invece di un avanzo si crei un disavanzo.
Terza conseguenza: purtroppo il momento per la vendita del patrimonio immobiliare è passato, e non tornerà per un bel pezzo. La soluzione della vendita del patrimonio non regge neanche sulla carta. Una soluzione alternativa c’è, o meglio c’è in teoria. L’oro, quello vero, quello giallo. Sebbene suoni male, sa di vendere i gioielli di famiglia e di Monte di Pietà , la vendita dell’oro è al momento la soluzione più logica. Il prezzo è alto, a comprare sono i mercati asiatici, la rendita è nulla.
Il professor Tremonti tutto questo lo sa benissimo essendo tornato sul tema con regolarità. Purtroppo all’oro tiene una delle categorie più potenti della finanza mondiale: i banchieri centrali. Una nuova disputa Tesoro-Banca d’Italia è una delle ultime cose di cui questo Paese ha bisogno, ma se questa volta il Tesoro la riprendesse avrebbe dalla sua una forte logica economica.
La storia ci dirà se avrà avuto più forza la logica economica o quella politica.
Autore: Philip Moschetti
Fonte: ClandestinoWeb.com
http://www.clandestinoweb.com/editoriale/145219-loro-del-professor-tremonti.html
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Pubblicato il 20 ottobre 2010, in Immobiliare con tag debito, immobili, Immobiliare, Italia, mercato, patrimonio, pubblico, tassazione, tassi, Tremonti. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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