Vaticano Real Estate, l’Ici della discordia vale 2 miliardi di euro
Uno dei più controversi privilegi fiscali della Sante Sede è ora oggetto di un’inchiesta europea. In gioco ci sono circa due miliardi di euro che potrebbero giungere nelle casse dei Comuni
La commissione europea si prepara ad aprire un’inchiesta formale sulle esenzioni dall’Ici concesse dall’Italia allo Stato del Vaticano. Secondo il governo di Bruxelles le esenzioni, favorendo fiscalmente un solo soggetto e i suoi beni immobiliari, sarebbero incompatibili con le norme europee sul libero mercato e la libera concorrenza.
Va detto che il braccio di ferro fiscale tra amministrazione finanziaria italiana ed enti religiosi va avanti da parecchi anni, prima di sbarcare sui tavoli della Corte di giustizia Europea e costringere la Commissione Ue ad aprire un’inchiesta.
La domanda che molti italiani si pongono e alla quale è chiamata a rispondere ora Bruxelles è la seguente:
è giusto che gli immobili di istituti ecclesiastici, di qualunque confessione, beneficino di un’esenzione fiscale per il semplice fatto che l’attività non commerciale – quelle di religione e di culto – prevale su quella commerciale (si pensi alla gestione di case di cura, strutture ospedaliere, alberghi, ostelli, case editrici…)?
“L’ente ecclesiastico – si legge su la Voce.info – è considerato, fiscalmente, sempre e comunque non commerciale, in quanto sottratto a quel giudizio di prevalenza dell’attività non commerciale su quella commerciale, contemplata invece per tutti gli altri soggetti. Non solo, allora, gli enti ecclesiastici possono esercitare attività d’impresa perseguendo finalità accessorie a quelle di religione e di culto, ma è anche possibile che tali attività risultino in concreto “prevalenti”, senza che ciò comporti una riqualificazione degli enti stessi e la perdita dell’agevolazione”.
E il patrimonio immobiliare della Chiesa è immenso. Il catasto comprenderebbe 100 mila fabbricati, anche se è impossibile determinarne con certezza il numero. Il cui valore si aggirerebbe attorno ai 9 miliardi di euro. Facendo l’esempio di Roma, si parla di 500 chiese, 550 tra conventi e istituti, 250 scuole, 200 case generalizie, 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri, 25 case di riposoe ospizi e 18 ospedali.
Al momento, dopo che il governo Berlusconi ha esentato tutti gli immobili di proprietà di enti religiosi no profit, l’ici colpisce solo i locali utilizzati “esclusivamente” a scopo commerciale. Questo si traduce in una perdita per i Comuni di 2 miliardi di euro circa all’anno. Senza considerare i conseguenti vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti laici.
Fonte: Virgilio.it
http://notizie.virgilio.it/cronaca/vaticano-chiesa-esente-ici.html
Pubblicato il 13 ottobre 2010, in Real Estate con tag Bruxelles, comune, euro, fabbricati, Ici, Immobiliare, immobiliari, inchiesta, Italia, miliardi, patrimonio, Real Estate, Roma, Santa Sede, stato, Vaticano. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
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