Locazioni a studenti universitari: tetto alle richieste nelle sedi universitarie
Dove. Nei Comuni sedi di università o di corsi universitari distaccati ovvero di specializzazione nonché nei Comuni limitrofi, individuati dagli accordi territoriali
Per chi valgono . Per chi affitta a studenti universitari o comunque a studenti che seguono corsi di perfezionamento o aggiornamento a livello universitario. Si può affittare anche a un gruppo di studenti.
Durata del contratto. Minimo 6 mesi, massimo 3 anni, con rinnovo automatico per lo stesso periodo, alla prima scadenza, salvo disdetta dell’inquilino.
Canone. Il canone massimo che è possibile richiedere è stabilito dai sindacati dei proprietari e degli inquilini locali,in appositi accordi territoriali. Dipende essenzialmente dalle zone dei comuni, dall’ampiezza dell’alloggio e dalle sue condizioni.
Aggiornamenti del canone. Di regola, esclusi, salvo diversi accordi locali.
Cauzione alla firma del contratto. Massimo tre mesi di deposito cauzionale. Se esiste, il proprietario deve versare ogni anno all’inquilino un interesse pari al tasso legale, attualmente uguale al 2,5% annuo
Suddivisione spese tra proprietario e inquilino.. Quella stabilita dall’allegato G al Dm Infrastrutture 30 dicembre 2002.
Spese di registrazione del contratto. Al 50% tra inquilino e proprietario.
Disdetta. L’inquilino può recedere dal contratto per gravi motivi, con lettera raccomandata inviata almeno tre mesi prima della scadenza. In caso di pluralità di inquilini, ciò è consentito anche ad uno solo firmatari ed in tal caso, dal mese dell’intervenuto recesso, la locazione prosegue nei confronti degli altri, ferma restando la solidarietà del conduttore recedente per i pregressi periodi di affitto.
Prelazione all’acquisto dell’inquilino. Solo se concessa contrattualmente.
Rinnovo del contratto. Rinnovo automatico, salvo disdetta. Alla prima scadenza è possibile solo la disdetta dell’inquilino.
Sconti fiscali. Previsti per il proprietario solo nei comuni ad alta tensione abitativa. Consistono in:
a) “sconto” del 40,5% sul canone da denunciare sulla dichiarazione dei redditi (47,5% per la laguna di Venezia);
b) riduzione del 30% dell’imposta di registrazione del contratto.
c) a partire dal 1999 i comuni possono (ma non sono costretti) concedere un’aliquota Ici più bassa a chi affitta come abitazione principale.
Per l’inquilino:
Nessuno, salvo norme locali.
Fonte: Ufficio studi Confappi-Federamminstratori
Pubblicato il 29 luglio 2009, in Immobiliare con tag 1999, abitazione, accordi, affittare, affitto, alloggio, anni, canone, cauzionale, comuni, contratto, deposito, disdetta, durata, inquilini, inquilino, locazioni, mesi, norme, prelazione, proprietari, rinnovo, scadenza, sedi, tasso, universitarie. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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